
Possiamo di certo mentire. Ci si ricorda lo scopo didattico che ci porta ad insegnare nelle scuole o altrove, a dei bimbi il cui essere affascinati non sta nella parola Scacchi, bensì nella parola ancor più magica: gioco.
Sotto il nostro amore e sotto la nostra passione per gli scacchi soffochiamo l'esperire del bambino, il cui pensiero ha solo bisogno di essere guidato verso la scoperta, giammai piegato ad una ragione che non è in grado di comprendere.
Alzate piano, perciò, i vostri lai come scuse per l'ambizione mal celata: volevamo solo far loro scoprire gli Scacchi, quelli veri e non questo spinger di legna senza scopo alcuno.
La verità è che tutta la bellezza della vita, per quanto assurda (che poi è la logica della vita stessa!), sta proprio tutta in quel cieco scoprire. Gli istruttori impongono, pretendono, vogliono e inseguono risultati. Gli istruttori non giocano con i loro allievi.
Ai bambini, invece, piacciono gli scacchi perché si divertono a giocare e proprio perché giocano scoprono nuovi orizzonti nel loro mondo.
Lasciate stare, un saggio consiglio, lasciate stare d'essere istruttori provate ogni tanto a essere educatori e lasciare scoprire il mondo ai vostri bambini. Scoprirete allora voi che sono capaci di trovare l'infinito!