Questi Matti: esercizi pratici e teorici #2

 Istruzioni per la risoluzione dei problemi: prima di ogni cosa assegnatevi un tempo; cercate poi di trovare la soluzione e scriverla senza l'ausilio di una scacchiera; se e quando risulterà difficile trovare la soluzione a mente, allora trasponete su una scacchiera e muovete i pezzi. Scrivete tutte le soluzioni e varianti.

In ogni esercizio Muove sempre il Bianco

Le soluzioni le troverete alla fine dell'articolo. Vi basta cliccare sul pulsante. Buon allenamento!


#4

Linee armoniche

L'amicizia si accorda esclusivamente su alte e rare linee armoniche. Essa è rara e spesso la vita richiede a coloro che ne partecipano di percorrere strade diverse.

Troppi si smarriscono, non ritornando mai più a casa, non ritrovando mai quell'armonia della quale per sempre sentiranno la mancanza. Altri, invece, non riuscendo a viverne senza, compiendo i passi esatti, anche quando si allontanano si ritrovano, poi, in una sintonia che sembra essere la loro essenza.



#5

La forza d'attrazione

La solitudine è un'amica potentissima. Agli occhi degli altri, al sicuro dietro tanti scudi: famiglia, compagni, colleghi, soci; agli occhi degli altri sembra priva di qualsiasi forza coordinativa. Non vi è, tuttavia, forza di attrazione più grande. Intorno ad essa stanno in molti, come gli uomini al pascolo del potere, pronti a servire in ogni occasione.

L'amicizia in nome della gloria, del tornaconto, dell'interesse orbita sempre intorno a solitudini forti e terribili.



#6

La naturale inclinazione

Non di rado ci sentiamo al sicuro e ben protetti, rinchiusi dentro il nostro mondo, governati dal solo nostro ego il quale di se stesso si nutre, smisurato.

Proprio in tali frangenti, in vero, il destino, in consorzio con la naturale inclinazione all'associazione degli animali, si abbattono con una tempesta improvvisa sulle nostre certezze.

Di concerto e muovendosi in sintonia, ci fanno ammattire e dubitare delle nostre sicurezze.



C'è il lockdown, h6 è buona, e anch'io non ho più molte certezze

Come ogni mattino, ho aperto gli occhi. Fuori, guardando dalla finestra, c'era il sole che sorgeva. Bene, ho pensato, anche questa certezza almeno per oggi è assodata.

Pieno di energia e scattante come un bradipo che sonnecchia all'ombra realizzo, arrivato in soggiorno, dalle mascherine sul tavolo e dalle camice bianche non stirate, che siamo ancora in piena pandemia e, sì, c'è il lockdown. Sono rinchiuso in casa e non posso andare al lavoro.

Poco male, il sole continua a splendere, è davvero una bella giornata. Mi rianimo, quindi, e dopo un buon caffè approfitto del giorno di mercato. Autocertificazione in tasca, vado a fare una passeggiata e la spesa. Al ritorno a casa, studio, gioco, mangio e rido (sono da solo, ma meglio non dire a nessuno quest'ultima azione. Tanto chi la verrà mai a sapere!). Telefona anche il presidente con il fiato alla Pantani e l'aria di montagna che attraversa il telefono, quasi mi convince a comprare una bicicletta. Chiusa la cornetta (a qualcuno verrà la certezza della nostalgia) metto la tuta ed esco fuori all'aria fresca del giorno, indosso la mascherina e senza autocertificazione, dopo poco ho il fiatone. 

Uno di questi giorni devo provare ad uscire con la scacchiera sottobraccio e la tasca vuota. "Scusi, agente, sono uno sportivo e sto facendo attività all'aperto!". Al massimo scriverò un articolo con la foto della multa e il cuore duro dell'agente che neppure Netflix è riuscito ad intenerire!

Al ritorno, dopo una doccia rigenerante, mi metto ad analizzare alcune mie partite. Tutto andava bene e la certezza che il mondo ruotava nel verso giusto era confermata dalla litania di varianti che il motore sciorinava con noncuranza da Gran Maestro davanti a una categoria nazionale. Non mi sono lasciato intimidire, rispondevo sventolandogli, a mo' di autocertificazione, le mie vittorie a gioco scorretto!

Le certezze che governano il mondo, dopo lo schiaffo del lockdown, sembravano far trascorrere il giorno così, come la vita lo aveva concepito nell'assoluta casualità degli eventi. D'un tratto, tuttavia, mi ritrovo davanti la posizione che vedete.

Io ricordo bene quale mossa da numero infinito di interrogativi ho giocato, e non me ne capacito. Mi sono parato le mani alle orecchie, temendo che persino stockfish, non solo mi avrebbe malamente sgridato, ma addirittura colpito con un meritatissimo ceffone. Così, con la paura che le certezze del giorno diventassero un macigno pesantissimo e difficile da sollevare dal petto del proprio morale, ho pigiato per andare alla mossa successiva e:

h6 è buona!... h6 è buona?! Mi sono lasciato sfuggire un matto in una mossa che chiunque, preoccupato, mi avrebbe subito portato da un oculista per quello che non ho visto! Schiere di bambini alzerebbero le mani eccitati di poter dare un così semplice scaccomatto al Bianco, e stockifish dice solo che h6 è buona.?!

Le certezze che guidano la vita crollano in questo modo, quando meno te lo aspetti, lasciando un silenzio che ricorda un tonfo nel vuoto. Non ci si sente molto bene con il vuoto che non si riesce a riempire. Ci vuole molta forza, alcune volte, per resistere alla vita che di tutte le tue certezze ne fa una matassa di dubbi! Per trovarne il bandolo occorre molta ironia!