"Questi Matti: esercizi pratici e teorici" Rubrica di allenamento scacchistico

Opera di Pierangelo Bertolo

Dall'epoca romantica in poi l'esaltazione del genio, del talento, ha provocato dei danni enormi nel campo dell'istruzione e della cultura, in generale in ogni campo.  Persino in quello sociale, dove chi comprende meglio sembra essere l'uomo dotato di più intuizione che d'esperienza. Ignorando del resto quanto la prima dipenda dalla seconda!

Si diffondono per questo, oramai antico retaggio, immagini di Einstein e Leonardo da Vinci, se volete persino di Leonardo di Caprio, esaltandone il genio estemporaneo ed il talento innato. Non lo si vuole ammettere, ma con simili bugie il resto degli esseri comuni mortali prende sonno più facilmente la notte. A nessuno o veramente a pochi interessa, invece, di un Einstein che va al lavoro e, di ritorno a casa, studia e studia senza soluzione di continuità; o di un Leonardo da Vinci che sperimenta e sperimenta e sperimenta il suo talento, in un allenamento costante. Credete forse sia diverso per il vostro Leonardo di Caprio? Quante ore avrà passato allo specchio? Saranno forse più di quelle che abbiamo speso noi, senza talento, a guardare i suoi film?

Contemplare ogni giorno diventa un esercizio, praticare ogni giorno diventa un esercizio. Ciò che irrobustisce il proprio genio e talento è l'allenamento che ad esso si concede.

Uno scaccomatto, sapete, non giunge sulla scacchiera per caso e improvviso, trovato da una mente geniale laddove altri non altro vede che una cattura. Uno scaccomatto diventa sulle 64 case d'una scacchiera la conclusione esatta di una lunga contemplazione. Esercitarsi con costanza in tale pratica dà la soddisfazione di trovare la chiave di un grimaldello, fra gli infiniti, del mondo. 


Potrete, quindi, venire in questo luogo ad allenare il vostro genio del matto. Troverete periodicamente tre esercizi per accrescere la vostra esperienza e potenziare in tal modo il vostro intuito. Il vostro genio, di sicuro, crescerà insieme al vostro impegno.


Al "Gambetto di Donna" preferisco l'insalata


Complice la nuova chiusura forzata e, forse, anche il chiasso più social che mediatico suscitato dalla mini serie televisiva Queen's Gambit, mi sono dedicato, senza avere il conforto dei popcorn et similia, a guardarne tutti gli episodi. 

Tra una puntata e l'altra, ho inserito qualche video di canali scacchistici alla serie dedicati. Primo stupore, interdetto più che persuaso: sembra che il titolo originale mal si adatti all'italiano, che si deve inventare un "La Regina degli Scacchi" giusto per per non uscire dalla festa della banalità. Al sottoscritto "Gambetto di Donna" sembra molto più fedele ed inoltre, seppure mal spiegato (alla sua prima apparizione c'è soltanto il pedone di donna mosso  in d4), veniva chiarito all'interno della serie.

Messa da parte tale corbelleria, la mia curiosità si annoiava parecchio, episodio dopo episodio. Scialba m'appariva la storia, scialbe le partite, le espressioni sulla scacchiera, le mosse sulla scacchiera, fatte come se stessero spostando il caffè su un tavolo del bar, nessuna tensione sul volto dei giocatori, sempre freschi, persino dopo ore di gioco. 

Nella "Regina degli Scacchi" non vi è nessuna emozione suscitata dagli scacchi medesimi. L'unica scena in cui veramente l'amore per il gioco si intravede è quella in cui la protagonista osserva il parco di Mosca pieno di scacchisti che giocano. Per il resto, sebbene la consulenza di Kasparov e Pandolfini abbiano evitato la classica casa h1 nera, tutta la serie non è altro che una continua foto di copertina. Le pose sono varie e sono tutte per la pin up (credo che in questo il testosterone abbia annebbiato parecchi scacchisti). Gli scacchi c'entrano poco e a dire il vero persino le corde drammatiche sono toccate con una bella foto da copertina e scene di una banalità che il male levati! Le partite le hanno ricostruito gli scacchisti, perché la miniserie non c'è le ha mai raccontate, inquadrate, fatte vivere e patire, soprattutto ai protagonisti.

Risulta, infine, stomachevole tutto quel buttare a terra i Re. Assolutamente antisportivo alzarsi dalla scacchiera dopo un abbandono senza stringere la mano. Per niente credibile che in un torneo all'italiana all'ultimo turno spariscano gli altri contendenti. Da ridere a crepapelle la scena in cui dei Grandi Maestri che giocano in simultanea lampo, dopo che per giorni hanno studiato tutte le partite in allenamento, giocare poi la Morphy-Alleati senza accorgersene. Non è finzione questa, è ignorare cosa sono gli scacchi!

Tralascio il finale perché di americanate non sono esperto e spesso mi fanno venire il reflusso gastroesofageo. Se qualcuno, ad ogni modo, si appassionerà agli scacchi ben venga, sperando che ricorra subito ai ripari e vada a guardare La Febbre degli Scacchi oppure, se vuole approfondire, Chess me out e se proprio vuole restare aggiornato meglio ascoltare il Caffè di Stay at Chess.

Ora scusatemi tanto, il mio avversario ha appena giocato 1. d4 e a me è venuta una gran fame. Meglio prepararsi una buona insalata che masticare luoghi comuni!